La postura è un sistema in continuo adattamento, un flusso costante di informazioni in entrata ed in uscita sensibile alla minima variazione, che risponde a dinamiche non lineari. Può il battito d’ali di una farfalla scatenare un uragano a migliaia di chilometri di distanza?” Era la domanda che Edward Lorenz, meteorologo del Massachusetts Institute of Technology di Boston (MIT), fece ai colleghi che erano presenti a un congresso, questi restarono allibiti. Lorenz aveva scoperto un fatto nuovo: partendo da due stati iniziali che siano anche solo leggermente differenti, un sistema può seguire evoluzioni molto diverse; questo rende le condizioni metereologiche di fatto sostanzialmente impossibili da prevedere. Lo stesso vale per la postura. Il modello neurofisiologico, basato sullo studio del tono posturale, ha evidenziato come non esista una linearità matematica nei sistemi biologici.
Plantari Propriocettivi
Henri Poincaré (1908), matematico, nelle sue teorie sulla “Non linearità” sosteneva che in natura esistono sistemi dove “…piccole differenze nelle condizioni iniziali, generano delle differenze molto grandi nei fenomeni finali”. Bourdiol ha rilevato la stessa “non linearità” anche a livello della pianta del piede nei suoi studi fra gli anni 1970-1980: “un minimo rilievo nei Plantari Propriocettivi, sono più efficace di uno spesso cuneo tradizionale”. Mattews e Stein (1969) hanno trovato come il fuso neuromuscolare sia a tal proposito “emblema” della non linearità della risposta: “Queste terminazioni sensitive presentano due scale di sensibilità; quando l’allungamento muscolare è importante, nell’ordine di qualche millimetro, la loro sensibilità è relativamente bassa, nell’ordine di tre a dieci influssi per secondo e per millimetro; al contrario quando l’allungamento muscolare è debole, inferiore a 0,1 millimetri, la loro sensibilità è nettamente più forte, nell’ordine di 100 influssi per secondo e per millimetro.” Il sistema posturale ‘fine’ gioca in questa ultima e ristretta scala di sensibilità. Nel complesso Sistema Tonico Posturale al piede spetta un ruolo da protagonista: oltre alla funzione meccanica, ad esso è deputato anche un altro fondamentale compito che è quello di informare sulle sollecitazioni alle quali è sottoposto e sulla natura del terreno sul quale viene ad operare. Possiamo immaginare i nostri piedi come degli instancabili lavoratori, deputati a sostenere tutto il peso del nostro corpo e le forze che si scaricano su di esso. Capaci di rilasciarsi e poi irrigidirsi per permettere il cammino e l’adattamento al terreno, svolgendo così la loro funzione di “ammortizzatori biologici”. Allo stesso tempo però i piedi sono anche sopraffini scienziati nella loro funzione recettoriale e sensitiva. Gli esterocettori cutanei del piede sono ad alta sensibilità e rappresentano l’interfaccia costante tra l’ambiente e il Sistema Tonico Posturale. Le terminazioni nervose stimolate durante la stazione eretta ed il movimento fanno del piede un organo posturale ed uno straordinario informatore del cervello. I nervi sensitivi trasmettono ad esso tutte le informazioni recepite, principalmente al livello della cute, dei tendini e delle articolazioni: sensazioni tattili, vibratorie, spaziali e traumatiche.
Plantari Propriocettivi: metodologia d’azione
Il plantare meccanico classico ha il suo “modus operandi” nel riallineamento di segmenti deviati. La semplice stimolazione passiva non genera risultati duraturi, anzi rischia di perturbare il sistema. Una volta cessato lo stimolo, l’effetto finale sarà uguale a quello precedente all’applicazione, se non peggiore: una strutturata sorretta in maniera del tutto passiva, tolti i pilastri che la sostengono, è destinata a crollare. Nel suo rigido tentativo di sostegno,il plantare meccanico rischia di far diventare il piede cieco, limitandone la potente azione sensoriale. I Plantari Propriocettivi permettono un riequilibrio ascendente delle catene muscolari, attraverso una riorganizzazione del processo a livello recettoriale e somato-sensitivo e quindi non solo ricercando una correzione meccanica passiva.
Stimolazione muscolare
L’azione dei rilievi estero-propriocettivi (di circa 2 mm di spessore) determina una stimolazione sensoriale riflessa dei muscoli intrinseci del piede e quindi della catena muscolo-connettivale corrispondente, con modulazione del tono dei muscoli stessi e delle tensioni delle fasce e dei legamenti. Non agiamo modificando drasticamente il sistema ma lo informiamo. L’informazione veicolata dai recettori podalici è in grado così di riorganizzare e riarmonizzare la postura nel suo complesso.