Visita posturale: quando e perché farla
La Posturologia è una branca della medicina complementare che studia il funzionamento del sistema posturale e il rapporto tra questo e le patologie che possono derivare dall’assunzione di una postura scorretta quali ad esempio: mal di schiena, artrosi, sciatica, piede piatto, lombalgia, scoliosi, disturbi della colonna vertebrale, paramorfismi e dismorfismi dell’infanzia e dell’adolescenza, dolore cervicale, tendinite, vertigini, ma anche mal di testa, bruxismo o malocclusioni. Partendo dall’assunto che molte patologie dolorose derivano dall’assunzione di una postura scorretta, il Posturologo tratta il sistema posturale come un insieme molto complesso che vede coinvolte le strutture del sistema nervoso centrale e periferico, il piede, la bocca, l’occhio, il sistema cutaneo, i muscoli, le articolazioni, ma anche l’apparato masticatorio e l’orecchio interno.
Visita Posturale
Visita posturale
Attraverso la visita posturale si passa da una concezione del corpo visto prettamente in ambito settoriale, per cui si cerca la causa laddove si manifesta il sintomo, ad una concezione globale laddove il sintomo rappresenta solo un imperfetto adattamento, uno squilibrio da ricercare in un più complesso sistema che è quello definito appunto come Sistema Tonico Posturale.
Da sempre si è stati abituati con la complicità anche di molti medici e professionisti sanitari, a ricercare la cura facile ai dolori, quella del tutto e subito. Letteralmente si “combatte” contro il dolore, per cercare il farmaco, il massaggio, la terapia che il prima possibile lo faccia sparire. Se ho un dolore alla cervicale o alla spalla o lombare non c’è problema, prenderò un antinfiammatorio oppure andrò a farmi massaggiare, male che vada farò un’infiltrazione. Questo è il metodo che per anni ha segnato le cure di moltissimi pazienti che di questo approccio ormai hanno una vera e proprio cultura. A dolore segue immediata risposta, in un circolo vizioso continuo che il più delle volte esaspera il paziente e lo rende “schiavo” della sua cura. Il paziente è ormai talmente abituato a questa metodica che l’ha fatta sua, ne è diventato “padrone”, per cui per curarsi non chiede più neanche al medico ma fa da solo, ritenendo ormai di conoscere perfettamente ciò di cui ha bisogno: non solo, è tenuto a pensare che questa sua “pseudo-conoscenza”, la sua stessa cura sia ugualmente efficace anche per altri che manifestano i suoi stessi sintomi. Il paziente è diventato dunque onnisciente, si sostituisce al medico ritenendo di conoscere il proprio corpo e quindi di sapere, per una forma di abitudine, la migliore cura di cui ha bisogno al manifestarsi del sintomo, l’utilizzo della migliore “arma” per combattere il proprio dolore. L’unica conseguenza diretta di un approccio simile, della lotta continua al dolore, è la cronicizzazione dello stesso.
Analisi posturale: la buona anamnesi
La valutazione posturale non può prescindere da un’approfondita anamnesi del paziente. Consiste nel racconto dei motivi e del quadro sintomatologico del paziente che lo hanno condotto alla visita e in una serie di domande poste dall’operatore. Più che un questionario precompilato sta all’abilità dell’operatore porre domande efficaci, sulla base delle abitudini, della sintomatologia descritta, sui trattamenti terapeutici precedenti. Ai fini posturali assumono particolare importanza le abitudini motorie, lavorative e sportive, l’insorgenza e la durata della sintomatologia, gli interventi o le terapie sui recettori principali (occhi, app. stomatognatico, vestibolo, piede ecc.), i precedenti interventi chirurgici, la comparsa di cefalee o giramenti di testa, situazioni di stress, ansia, ecc. Una buona anamnesi è il punto di partenza fondamentale per poter indirizzare correttamente la valutazione attraverso i diversi test.
Esame Posturale
L’esame con paziente sdraiato sul lettino permetterà all’operatore di valutare il range articolare dei diversi distretti.
L’analisi posturale risulta essenziale se si vuole indirizzare il soggetto ad un corretto programma terapeutico e rieducativo. L’esame va effettuato su tutti e tre i piani dello spazio: frontale, sagittale e trasverso. Si ricercano le variazioni di posizione dei principali punti di repere rispetto ad un modello ideale di riferimento, in particolare il cranio, la colonna, il bacino, gli arti inferiori. Si ricercheranno inoltre eventuali rotazioni ed asimmetrie dei segmenti scheletrici, alterazioni del trofismo e/o tono muscolare.
La visita posturale si completa con test articolari e muscolari, valutazione dell’equilbrio bipodalico e monopodalico, valutazione della dinamica respiratoria e test specifici per i più importante recettori posturali (piede, occhio, orecchio, app. stomatognatico, ecc.).
La visita può integrarsi inoltre della presenza di importante strumentazione quale:
– il podoscopio, uno strumento che permette di visualizzare l’appoggio plantare del soggetto esaminato.
– l’esame baropodometrico e stabilometrico, che misurano le pressioni dell’appoggio plantare in statica e dinamica e la strategia d’equilibrio del soggetto.