La fascite plantare: inquadramento generale
La fascite plantare è una delle manifestazioni patologiche podaliche più frequenti e se non trattata adeguatamente può diventare nel tempo altamente invalidante.
Trattasi di una infiammazione del legamento arcuato, una fascia di tessuto fibroso che unisce il tallone all’avampiede. Tecnicamente più di una vera e propria infiammazione trattasi di una degenerazione progressiva. La fascia plantare ha un ruolo fondamentale in stazione eretta, nell’ammortizzare e distribuire i carichi tanto nella camminata quanto nella corsa. La sintomatologia dolorosa, solitamente unilaterale, può presentarsi al tallone e irradiarsi verso la fascia ma può anche estendersi fino a sotto le teste metatarsali. Il dolore si esacerba con le attività in carico ma può già presentarsi al mattino appena alzati dal letto. Fra i fattori predisponenti sicuramente il piede piatto e il piede cavo, l’utilizzo di calzature scorrette (es. infradito, scarpe a suola bassa e piatta, antinfortunistica), il sovrappeso ma anche la tipologia di lavoro o sport praticato che causano un sovraccarico prolungato e ripetuto alla fascia plantare determinandone una degenerazione. Trattasi a tutti gli effetti di una patologia da sovraccarico funzionale.
Il dolore inizialmente forte e acuto solo durante lo svolgimento di determinate attività o con l’utilizzo di certe scarpe, può trasformarsi in cronico innescando nel tempo compensi posturali e motori con conseguente sovraccarichi funzionali a ginocchia, anche e schiena.
Non sempre la fascite plantare si associa necessariamente alla spina calcaneare. Le due condizioni possono presentarsi separatamente e occasionalmente insieme ma non vi è una necessaria correlazione.
Come riconoscere la Fascite Plantare?
L’esame clinico è generalmente sufficiente ad evidenziare una fascite plantare. L’anamnesi svolge un ruolo fondamentale nell’inquadrare potenziale fattori predisponenti e di rischio, come la tipologia di lavoro o sport praticato, l’analisi delle calzature, ecc.
Il paziente lamenterà dolore alla pressione della fascia e al tallone, da valutare il grado di mobilità della caviglia e di flessione dorsale del piede, l’appoggio plantare e la camminata anche con l’ausilio della baropodometria computerizzata.
La diagnostica per immagini (RX, ecografia, risonanza) può essere utile e richiesta dal medico a supporto dell’indagine clinica o per escludere che la dolenzia sia dovuta a cause diverse.
Fascite plantare: il trattamento
Il trattamento della fascite plantare è in primo luogo conservativo e raramente chirurgico. Nel primo periodo può essere sufficiente il riposo associato all’applicazione locale del ghiaccio. La valutazione attenta dei fattori di rischio (sport praticato, calzature inadeguate, ecc.) permetterà di evitare quelle potenziali attività che hanno indotto o accentuato la problematica. L’utilizzo di un’ortesi plantare su misura con adeguati scarichi calcaneari prolungati alla fascia può portare grande sollievo durante lo svolgimento delle attività quotidiane. La fisioterapia può prevedere trattamenti mirati di stretching e propriocezione fino a utilizzo di macchinari (es. Tecar, Laserterapia, onde d’urto) per il loro effetto di azione locale.
Qualora e nei rari casi in cui il trattamento conservativo non porti a risultati concreti e duraturi, il medico potrà valutare di somministrare infiltrazioni di corticosteroidi o nei casi più gravi procedere con l’intervento chirurgico.